a cura del Dott. Olindo Pieroni

La malattia varicosa è una malattia antichissima: Nella Bibbia, si narra che il profeta Isaia guarì il re Ezechiele di un’ulcera alla gamba servendosi di fichi secchi messi a mollo nell’acqua per un impacco. Nel Museo Nazionale di Atene è conservato un basso rilievo votivo che mostra una gamba appesantita da una evidentissima Safena ( IV sec. A. C.). Questo dimostra che la patologia venosa ha origini antiche ed è andata man mano, nei secoli, manifestandosi sempre più per una serie di vari fattori. Oggi si parla più correttamente di malattia venosa cronica( M.V.C.).


La Malattia Venosa Cronica (M.V.C.) costituisce una condizione clinica assai rilevante sia sotto il profilo epidemiologico sia per le importanti ripercussioni socio- economiche che ne derivano. Mostra una prevalenza variabile tra il 10-50% nella popolazione adulta maschile e tra il 50-55% in quella femminile. Colpisce prevalentemente il sesso femminile fino alla quinta-sesta decade di vita, non mostrando, successivamente, differenze significative tra i due sessi (rapporto uomo-donna 1:2-3).

Questa malattia, causata da un malfunzionamento delle valvole delle vene stesse, compromette l’efficacia del sistema venoso generale degli arti inferiori ed in particolare di quello safenico (principale sistema venoso superficiale che drena il sangue dalle gambe verso il cuore) e favorisce il reflusso del sangue nei tessuti, con conseguente dilatazione venosa.
Il sangue, infatti, tende a scivolare verso il basso per forza di gravità e quindi a ristagnare nei tessuti più declivi. Si tratta di un processo patologico lento ma progressivo che può determinare, alla lunga, l’insorgenza di diverse complicazioni: dai semplici problemi estetici (le varici appaiono infatti tortuose ed in rilievo), sino a possibili trombosi e ulcere venose.


Ma quali sono i fattori di rischio che predispongono alla malattia venosa cronica?


• Familiarità (parenti di primo grado con varici);
• Postura: le vene varicose si verificano più frequentemente nelle persone che passano molte ore in piedi;
• Sesso: le varici agli arti inferiori colpiscono con maggior frequenza le donne;
• Obesità;
• Gravidanza;
• L’uso scorretto delle calzature, (tacchi troppo alti o troppo bassi, un tacco normale è compreso tra 3-5 cm);
• Alterazioni posturali.


Quali sono i sintomi delle vene varicose?


I sintomi iniziali delle varici (o vene varicose) possono essere lievi e spesso trascurati, pertanto risulta fondamentale la diagnosi precoce, per mettere in atto una adeguata terapia medica farmacologica e/o elastocompressiva, per bloccare, o quantomeno rallentare, la sua cronica evoluzione verso l’insufficienza venosa cronica con le, eventuali, complicazioni sopra citate.


I principali sintomi clinici del paziente flebopatico sono:

• Sensazione di pesantezza alle gambe dopo aver trascorso molto tempo in piedi;
• Crampi notturni al polpaccio;
• Formicolii o prurito alle gambe;
• Dolori lungo il decorso delle vene;
• Gonfiore alle gambe, partendo dalle caviglie;
• Parestesie ecc.


Tali sintomi si accentuano nelle giornate di gran caldo, nelle ore serotine e, nelle donne, nei giorni che precedono il ciclo mestruale. Con il passare del tempo i sintomi si possono aggravare e possono manifestarsi macchie brune localizzate, generalmente, nella parte inferiore della gamba, dovute alla fuoriuscita di sangue dalla vena.

• Eczema, ossia eruzione o rottura di vescicole nella gamba;
• Aree cutanee più o meno estese, arrossate, dolenti o indurite sulla gamba;
• Trombosi venosa superficiale, ovvero infiammazione della parete venosa che si manifesta con la comparsa di un segmento venoso dolente e indurito su un’area cutanea calda e arrossata;
• Ulcerazioni (lesioni che non tendono alla guarigione spontanea) localizzate in genere in prossimità del malleolo interno;
• Sanguinamento spontaneo o a seguito di un trauma dovuto alla rottura di una varice (varicorragia).


La diagnosi


Le vene varicose sono diagnosticate durante una visita specialistica flebologica con il supporto di Ecocolordoppler venoso agli arti inferiori.